Nuda e vestita
(colore su pietra a Pantelleria)
Pantelleria è un luogo dove ho vissuto a lungo e in cui ho molto riflettuto sull’importanza – o rilevanza – di molti aspetti della vita. Le giornate su una piccola isola lontana da tutto: in mezzo al mediterraneo, spunta fiera dal mare blu con le sue rocce scure, salda all’impeto di venti e onde, nutrendo i suoi prati, muschi, boschi, orti.
Cosa c’e’ a Pantelleria? Io so solo rispondere, che non c’e’ niente, e che c’e’ tutto.
In un quotidiano piú semplice, senza le molteplicità della vita cittadina, mi sentivo libera e a contatto con me stessa come parte del mondo naturale. Insomma, io, nuda, come le nere rocce dell’isola. E da quel punto zero, pensavo alle infinite possibilità di vestirmi: aggiungere, realizzare, costruire – dal mondo isola verso altri mondi.
Cosi´ho iniziato a colorare le pietre che rivestono i muri esterni dei dammusi, le tipiche abitazioni di Pantelleria, e vasi e sculture. A loro ho dato un vestito: la calce, e un colore, che rappresentasse un significato per me o per chi mi ha chiesto di colorare le sue pietre. Per esempio, per questo il camino esterno ho usato un pigmento rosso fuoco, a ricordare i “larin” veneti, i mattoni e gli intonaci di Venezia, e il tepore di casa. Pochi giorni prima, avevo scelto la mia abitazione attuale a Venezia, e quel “vestito” segna quel momento.